Eventi - I Convegni A.N.PO.S.DI.

L'Associazione Nazionale Poeti e Scrittori Dialettali, ogni anno organizza due Convegni in diverse città italiane. Uno nel periodo Primaverile, denominato Convegno di Primavera e l'altro nel periodo autunnale, denominato Convegno d'Autunno.

CONVEGNO D'AUTUNNO

RIMINI 17-21 OTTOBRE 2019

CONVEGNO D Si è appena concluso il CONVEGNO D'AUTUNNO, tenutosi a RIMINI 17-21 OTTOBRE 2019
Di Stefano Rovinetti Brazzi (delegato regionale per l’Emilia Romagna)
Il convegno autunnale della nostra Associazione si è svolto quest’anno a Rimini dal 17 al 21 ottobre, presso l’Hotel Continental. I partecipanti sono giunti numerosi da quasi tutte le regioni del nostro paese, dimostrando la vitalità, a livello letterario, delle lingue locali italiane.
La mattina della domenica, durante la Messa presso la parrocchia di Santa Maria Ausiliatrice, il celebrante, Padre Stefano Adriani, ha definito i dialetti voce di Dio e ha esortato i poeti dialettali a coltivare e ad approfondire il dono speciale che è stato loro concesso non come semplice manifestazione di un talento letterario, ma come via privilegiata per l’accesso alla verità e all’essere: è la ripresa, in chiave cristiana, del ruolo educativo che l’occidente ha riconosciuto alla letteratura fin dall’antichità greca.
Vale allora la pena impegnarsi per salvare le lingue locali che, pur fiorenti a livello letterario (ricordo che la Romagna ha contribuito alla letteratura italiana con alcuni dei massimi autori dialettali del’ 900: Raffaello Baldini, Nino Pedretti, Tonino Guerra, Vanni Fucci, Walter Galli e Tolmino Baldassari per citarne solo alcuni), vivono una crisi gravissima come lingue della comunicazione orale e in molte regioni paiono ormai condannate all’estinzione.
Al tema della conservazione delle lingue locali ha dedicato il suo intervento Davide Pioggia, linguista e autore di alcuni importanti contributi sulla fonetica, la fonologia e la morfosintassi dei dialetti romagnoli. Pioggia ha insistito sul fatto che la trasmissione intergenerazionale dei dialetti in diverse regioni, fra cui l’Emilia Romagna, è ormai cessata: dopo molti secoli, da quando l’evoluzione del latino parlato ne ha cambiato profondamente la struttura dando origine nel corso del tempo ai dialetti così come oggi ancora li ascoltiamo, i bambini non li imparano più dalla bocca dei genitori e dei nonni. Rivitalizzare una lingua che muore è molto difficile e, se si decide di farlo, «ci si fa male», per usare una frase di Pioggia, perchè la morte e la rivitalizzazione di una lingua pongono questioni non banali d’identità culturale e storica e di interventi a livello politico. Pioggia ha citato le sperimentazioni per l’insegnamento del dialetto che sono state realizzate in area bolognese e che sono riuscite a fare del dialetto un mezzo di inclusione anche per i bambini d’origine non italiana, e ha sottolineato l’importanza di un’ortografia capace di render conto delle particolarità fonologiche dei dialetti, e di una letteratura di alto livello artistico e culturale sulla quale si fondi la dignità della lingua locale.
In area romagnola si esprime una letteratura alta, poetica e teatrale, due dei cui esponenti sono stati ospiti al nostro convegno. Giuseppe Bellosi ha letto De profundis clamavi ad te, Domine, un ricordo doloroso delle violenze perpetrate durante l’ultima guerra, in cui il dialetto si unisce al verso iniziale del Salmo 130 nella traduzione latina della Vulgata: così le vittime innocenti innalzano il loro grido (clamavi) a Dio come l’Israele del Salmo e il dialetto trova la sua piena dignità letteraria accanto al latino col quale continuamente dialoga nella ripresa che apre il componimento e ne separa le quattro strofe. In Tra e’ ros ad rès? (Tra il rosso di raso) Nevio Spadoni descrive lo sguardo che, dopo molto tempo, si volge indietro a considerare i desideri e gli orizzonti di un’epoca irrimediabilmente passata; l’orizzonte però non è ancora chiuso, il colore rosso vivo del raso si potrà ancora raggiungere e il tepore della gioventù si avverte ancora. Si tratta di temi profondamente radicati nella cultura contemporanea nella quale il gusto per la sperimentazione linguistica è molto vivo. Di Bellosi si è detto, ma anche Spadoni ama avvicinare lingue diverse, come nella pièce teatrale Galla Placidia in cui al romagnolo si affiancano, in una serie complessa di riferimenti storici e culturali, l’italiano, il tedesco, il latino e il greco antico.
Al convegno non ci si è interessati solo di lingua e di poesia. Il prof. Giuseppe Chicchi ha introdotto la proiezione di Otto e mezzo di Federico Fellini con una bella panoramica sulla poetica e sul retroterra culturale del regista riminese e, la mattina della domenica, ha illustrato nel corso di una visita guidata alla città i principali monumenti di Rimini dall’Arco d’Augusto al Tempio e al Castello Malatestiani (importanti gli affreschi di scuola giottesca della Chiesa di S.Agostino, ai quali lavorò il pittore Giovanni da Rimini, e il crocifisso del tempio malatestiano, attribuito a Giotto). Alcuni preziosi tesori della cosiddetta ’Italia minore’ sono stati rivelati dalle visite alla vicina Verucchio, al suo Museo delle Ambre Villonoviane, e al castello e al borgo di Gradara. Lo scrittore Pietroneno Capitani ha tracciato un quadro vivo e commovente delle migrazioni interne negli anni immediatamente successivi al termine del secondo conflitto mondiale.
Per l’eccellente riuscita del convegno si ringraziano, oltre agli ospiti già citati, il regista Davide Montecchi, autore di un bel documentario sulla scuola pittorica del ’300 riminese, il dott. Giampiero Piscaglia, Assessore alla Cultura della Città di Rimini, il dott. Piero Leoni, già presidente dell’AziendaTuristicaRegionale, il personale dell’Hotel Continental e le guide ai luoghi d’arte e archeologici.
Un ringraziamento sentito va anche al nostro presidente Mimmo Staltari che, in collaborazione con MAVE Tourism Management, ha curato in maniera impeccabile l’organizzazione del convegno, e a Wainer Mazza che ha rallegrato tutti con le sue canzoni. Un grazie speciale a tutti i poeti che hanno partecipato al convegno di Rimini e che contribuiscono a mantenere vive le nostre lingue locali.

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