Eventi - I Convegni A.N.PO.S.DI.

L'Associazione Nazionale Poeti e Scrittori Dialettali, ogni anno organizza due Convegni in diverse città italiane. Uno nel periodo Primaverile, denominato Convegno di Primavera e l'altro nel periodo autunnale, denominato Convegno d'Autunno.

CONVEGNO DI PRIMAVERA

San Giuliano Terme (PI) - 9-12 Maggio 2014

CONVEGNO DI PRIMAVERA - San Giuliano Terme (PI) - 9-12 Maggio 2014 Si è appena concluso il CONVEGNO DI PRIMAVERA, tenutosi a San Giuliano Terme (PI) - 9-12 Maggio 2014
Sulle rive dell’Arno i Poeti Dialettali dell’ANPOSDI
di Mariangela Chiapparelli Sbrana

Per il Convegno di Primavera i poeti dell’A.N.Po.S.Di sono approdati sulle rive dell’Arno, in quel di Toscana, e precisamente a San Giuliano Terme, all’ombra della Torre di Pisa. Una cittadina nel verde ai piedi dei Monti Pisani, quelli per cui, come disse il sommo Poeta, “i pisani veder Lucca non pònno”, famosa fin dall’epoca etrusco-romana per le acque termali e nell’Ottocento, ai tempi del Grand Tour, quando si chiamava Bagni di Pisa, tra le cinque località termali più frequentate d’Europa. Quattro giorni, dal 9 al 12 maggio, di intensa vita associativa e con piacevoli spunti ricreativo-culturali in un’area ricca di occasioni storico-artistiche. L’A.N.Po.S.Di è stata accolta con grande considerazione dall’amministrazione locale, a partire dal Sindaco e dalla Giunta, che hanno partecipato all’apertura di tutte le sessioni, condividendo con i soci anche le relazioni degli esperti locali.
Giunti alla spicciolata il venerdì, dalla mattina al primo pomeriggio, i poeti e i loro accompagnatori sono stati accolti all’Easy Hotel dall’ineguagliabile presidente dott. Mimmo Staltari, da sua moglie, la gentilissima signora Teresa e da Ivan Vennera, come sempre competente e disponibile, della Mave Tourism Management. Nelle camere, oltre ai materiali messi a disposizione dalla Pro Loco di San Giuliano Terme, un bacile in miniatura di terracotta prodotto appositamente per i soci presenti dall’ultimo artigiano ceramista del lungomonte pisano, Guido Nesti, di San Giovanni alla Vena, il cui marchio è famoso per la riproduzione dei bacili ornamentali tipici delle chiese di stile romanico-pisano.
Nel pomeriggio, come di consueto, la riunione del Consiglio direttivo, a cui hanno fatto seguito la Riunione con i Delegati Regionali e l’Assemblea dei soci. Dopo la cena in hotel, spettacolo musicale in sala Naif con cover di De André e musica anni Settanta affidato a un gruppo pisano, The Familiola’s Band di Odoardo Fontani, che si è fatta apprezzare per le voci e il vibrante violino.
La mattina del sabato, con un clima quasi estivo e il venticello tipico della costa toscana, partenza in autobus per la vicinissima Pisa, dove ci siamo potuti subito rendere conto della vocazione turistica della città. Scesi dopo una decina di minuti di viaggio che ci ha portato a costeggiare le mura di Cocco Griffi, risalenti al 1100, quando la città era la più importante delle quattro repubbliche marinare con scali sulle coste dell’Africa e su tutte le coste e le isole del Mediterraneo, siamo stati divisi in tre gruppi e, accompagnati dalle guide, abbiamo iniziato il tour.
Impressionante la Piazza dei Miracoli, così definita dall’immaginifico Gabriele D’Annunzio, con la Torre più famosa del mondo, davvero pendente, il Battistero, il Camposanto monumentale e il Duomo, dedicato a Santa Maria. All’interno, nell’abside, il famoso Cristo pantocratore. Nel transetto destro la tomba, fatta da Tino di Camaino, dell’imperatore Arrigo VII di Lussemburgo cantato da Dante nel XXX canto del Paradiso e che, morto nel 1313 a Buonconvento, vicino a Siena, fu sepolto nel duomo della più famosa città ghibellina dell’epoca, appunto Pisa. Poco dopo la tomba di San Ranieri, patrono della città, la cui festa del 17 giugno è preceduta, nella notte del 16, dalla più famosa “luminaria” storica, quando le rive dell’Arno e i palazzi si illuminano di oltre centomila lumini di cera naturale, rigorosamente accesi a mano.
La visita è proseguita poi verso Piazza dei Cavalieri, nel Medioevo detta delle Sette vie, con la Chiesa di San Sisto, quella dei Cavalieri di Santo Stefano con l’annesso palazzo e le sedi di prestigiosi collegi universitari, tra cui, splendido, l’edificio vasariano della Scuola Normale Superiore.Passando poi da quella che i pisani chiamano via della Sapienza, oggi via Curtatone e Montanara con la sede storica dell’Università, siamo usciti sul lungarno e ci siamo fermati allo storico Caffè dell’Ussero, che conserva i ricordi della storia ottocentesca dell’università pisana, delle guerre risorgimentali, degli studenti morti a Curtatone e Montanara per “fare l’Italia”, dei grandi della letteratura e della scienza che qui hanno studiato o insegnato: dal Carducci al Pascoli, per citare solo i più conosciuti dei poeti. L’emozione di una sosta in uno dei più famosi caffè storici italiani è di difficile comunicazione; rimarrà uno dei ricordi del convegno!
Dopo avere osservato il Ponte di Mezzo, dove l’ultima domenica di giugno si svolge il famoso Gioco del Ponte, in cui si sfidano i quartieri delle due parti storiche della città, Tramontana e Mezzogiorno, il giro è proseguito in Borgo stretto, salotto buono della città, per poi, attraverso Borgo Largo e i Bagni di Nerone, concludersi in zona duomo, dove ci aspettavano agli autobus. Una bella camminata, che ha fatto qualche vittima, ma che da tutti è stata salutata come un’ importante occasione per riscoprire alcune delle bellezze della città natale di Galileo Galilei.
Nel pomeriggio di sabato, alle ore 16.00, nella sala “Naif” che ha ospitato tutti i lavori, apertura ufficiale del convegno, con i saluti del presidente nazionale Mimmo Staltari, a cui si sono aggiunti i miei come delegata regionale della Toscana, quelli del sindaco di San Giuliano dott. Paolo Panattoni e degli assessori all’Ambiente dott. Francesco Verdianelli e alla Sicurezza e Trasporti dott. Veronica Mele. “Do il mio più sincero benvenuto – ha esordito il primo cittadino- ai poeti e agli scrittori dialettali presenti a San Giuliano Terme in occasione del loro Convegno di Primavera 2014”, aggiungendo subito, in modo scherzoso, che a giustificare l’assenza dell’assessore alla Cultura dott. Fabiano Martinelli, ammalato, che si univa ai saluti, era presente quasi metà giunta, fatto insolito per politici in piena campagna elettorale. Le sue parole, come quelle degli assessori intervenuti successivamente non sono state di circostanza, ma anzi, dopo avere presentato la loro città nella dimensione termale e per le politiche culturali e ambientaliste, hanno manifestato un vero interesse per i dialetti, con esempi personali di vicinanza al vernacolo che hanno catalizzato l’attenzione dei presenti.
Con un po’ di prevedibile ritardo è iniziata quindi la mia relazione su “ I sonetti di Neri Tanfucio”, quel Renato Fucini che ha iniziato la tradizione letteraria del vernacolo pisano e che ho cercato di presentare in modo corretto dal punto di vista storiografico e critico ma cercando di non annoiare, in stile colloquiale, con molta lettura di sonetti e con l’aiuto di una serie di slide. Ma, dato che a Pisa diciamo: Occhio, misura! Chi si loda s’imbroda!, qui mi fermo, non senza ringraziare tutti gli amici che si sono congratulati e, come Mimmo, hanno avuto parole troppo belle, che mi hanno anche commosso, per il mio modesto contributo. Aggiungo solo una chiosa: è la prima volta che, dopo i saluti, dei politici pisani si fermano per una relazione…Se ‘un fussi modesta, farei la ròta come un tacchino!
Ha avuto poi avvio il recital delle poesie nei vari dialetti d’Italia, preceduto da un assaggio di alcuni testi pisani: un sonetto arguto, di sapore anticlericale, di Gianfranco Raspolli Galletti, il più anziano dei pisani in attività, che è stato letto da me, e un sonetto di Paolo Stefanini che si interroga sui motivi del fare poesia a testimoniare la riflessione, l’attitudine meditativa a cui il migliore vernacolo pisano sa aprirsi. E un benvenuto speciale a Paolo, che è diventato un nostro nuovo socio!
Come sempre, le performance del primo gruppo di poeti, precedute da brevi note critiche di Mimmo Staltari, come sempre molto apprezzate, le poesie sono state intervallate dagli stacchetti musicali di Giorgio Bruzzese e della sua chitarra.
La pisanità ha vissuto da protagonista anche lo scorcio di serata dopo la cena di gala, resa preziosa dalla bellissima torta offerta dalla Mave Tourism Management. E’ stata la volta infatti dello spettacolo “A zonzo ner vernaolo pisano” del Crocchio Goliardi Spensierati, coordinato dal vulcanico avvocato Lorenzo Gremigni Francini, attore di indiscusse capacità e nostro nuovo socio, che si è prodotto in una sapida carrellata di autori vernacoli, poeti e scrittori intorno ai temi, ovvi a Pisa, dell’anticlericalismo, della battuta, con condimento di stornelli, di ‘orna e di ‘vello che i bimbi ‘un devino sentì! Tante risate, anche da parte dell’assessore all’edilizia del Comune di San Giuliano Terme, prof. Enzo Pannilunghi, che in serata ha dato il cambio ai colleghi, e che è intervenuto con belle parole dedicate all’A.N.Po.S.Di e al presidente, non senza ricordare il vernacolo sentito parlare nella sua infanzia e gli autori sangiulianesi scomparsi, come don Mirio Coli e Luciano Bacci.
La mattina di domenica, alle ore 9, quello che definiamo sempre “il momento più bello” con la santa messa celebrata da don Mario Bernardini, parroco della chiesa dedicata ai santi Ranieri e Luigi Gonzaga, che ci ha accolto con attenzione, cura e disponibilità rare. Abbiamo cantato con l’aiuto di mia figlia Silvia e della sua chitarra, abbiamo pregato all’unisono nei dialetti delle nostre regioni, abbiamo presentato all’offertorio i frutti tipici dei diversi territori italiani, abbiamo ricevuto parole affettuose dal sacerdote e dalla comunità di San Giuliano Terme, rappresentata da alcuni membri del Consiglio pastorale e della Caritas parrocchiale. Al termine, per tutte le signore presenti, una piantina fiorita offerta dalla parrocchia a ricordo della mamma di tutti, Maria, e la riproduzione a santino della settecentesca immagine della Madonna conservata nella chiesa.
Siamo tornati a piedi in albergo dove abbiamo trovato ad attenderci il professor Stefano Renzoni, docente di Storia dell’arte ed autore di numerose e prestigiose pubblicazioni. Dopo i saluti dell’assessore al lavoro dott. Marco Balatresi e della Presidente della Proloco dott. Carolina Flinz, il professor Renzoni ha parlato della storia di Bagni di Pisa, antico nome di San Giuliano Terme e, con l’ausilio di splendide slide, ha presentato in modo accattivante e brillante le prestigiose ville e dimore storiche esistenti nel territorio comunale, disseminate sulla via di lungomonte che collega la cittadina termale e Lucca: Villa e parco di Corliano, Villa Poschi, Villa Alta e, soprattutto, Villa e parco Roncioni.
Roncioni era il cognome, come tutti ricordano dagli studi liceali, della famosa Isabellina, da sempre segnalata tra le amanti del Foscolo, che in questa villa fu ospite e che qui compose alcune famose pagine delle Ultime lettere di Jacopo Ortis.
E, con negli occhi ancora le affascinanti immagini presentate dal professore, siamo stati condotti poi, in autobus, proprio a Villa Roncioni, in particolare per la visita in anteprima della mostra dedicata a Cerratelli, i primi 100 anni,che si sarebbe ufficialmente aperta il pomeriggio alle 17. Un regalo inaspettato, fortemente voluto dalla vicesindaco e dalla presidente della Proloco sangiulianese. La Casa d’arte Cerratelli, fondata nel 1914 a Firenze dal baritono Arturo Cerratelli, uno dei primi e più famosi interpreti della Boheme di Puccini, è divenuta nel tempo un’eccellenza della sartoria teatrale e cinematografica.
La Fondazione Cerratelli, che dal 2005 ha sede appunto nella Villa di Corliano ed è presieduta dal regista Franco Zeffirelli, ospita circa 30.000 storici costumi di scena, da quelli indossati da celebri cantanti lirici come Tito Gobbi, Mario del Monaco, Renata Tebaldi, Maria Callas, Placido Domingo, Luciano Pavarotti, Katia Ricciarelli a quelli che sono stati resi famosi da attori cinematografici come Sofia Loren, Rita Hayworth, Liz Taylor, Anna Magnani, Claudia Cardinale, Stefania Sandrelli, Charlton Heston, Richard Burton e Adolfo Celi, solo per citare alcuni. A Corliano si trovano anche i costumi dei film di Franco Zeffirelli che hanno avuto l’Oscar, tra cui quelli indimenticabili del Romeo e Giulietta. Qui, inoltre, la Fondazione ha dato vita a una scuola di formazione per giovani talenti provenienti da tutto il mondo, una ventina ogni anno, che apprendono il mestiere, o dovremmo dire l’arte, del costumista teatrale.
Eccezionale l’accompagnatore, il direttore della Fondazione Cerratelli e della Scuola annessa Diego Fiorini, che ha impreziosito la visita con aneddoti e gustose narrazioni legate alle “fisime” delle star da lui vestite, ai momenti di panico vissuti, alle competenze relazionali, oltre che professionali, necessarie per vestire i grandi nomi della lirica e dello spettacolo in genere.
Il tempo è trascorso velocissimo e ci siamo ritrovati come in sogno nella sala “Naif” dell’albergo, il pomeriggio, per la riapertura dei lavori. Al tavolo di presidenza, col presidente Mimmo Staltari, il segretario Giampaolo Catalucci e la vicepresidente Pina Sozio, che hanno rivolto il loro caldo saluto a tutti. In rappresentanza del Comune di San Giuliano ancora l’assessore prof. Pannilunghi. Il recital dei poeti è stato preceduto dalla brillante relazione dell’avv. Lorenzo Gremigni Francini, critico giovane ma già affermato in ambito locale, che ha parlato dei successori del Fucini nella tradizione del vernacolo pisano. Tradizione più volte interrotta e poi ripresa, anche per motivi di natura politica, legata a nomi più o meno famosi in ambito locale, caratterizzata dagli studi del Malagoli nei primi vent’anni del Novecento o dalle opere del Sartori nella seconda metà del secolo, ma più spesso legata alla goliardia e, in particolare, ai temi “grassi” della rappresentazione scenica destinata alla risata. E Gremigni ha ricordato, oltre al “Crocchio dei goliardi spensierati”, la “Brigata dei dottori”, che ha continuato la tradizione delle spettacolo prodotto dagli universitari affidandosi anche a interpreti esterni all’università stessa. Non a caso, a rappresentare il vernacolo pisano sono stati, dopo Dina Paola Cosci, interprete sensibile della poesia dialettale locale caratterizzata dal sentimento e dal ricordo, Giancarlo Peluso e Atos Davini, poeti vernacoli, ma soprattutto protagonisti del teatro dialettale pisano, insuperati e insuperabili nei ruoli femminili di Sora Cesira e di Sora Colomba, conosciuti e apprezzati oltre il livello locale per le loro capacità di incarnazione dei personaggi e della lingua popolare toscana.
Ci siamo poi rituffati nei diversi dialetti d’Italia con il secondo gruppo dei poeti chiamati alla declamazione e con i rinnovati intermezzi musicali di Giorgio Bruzzese, impegnato ad accompagnare le diverse regioni con le grandi canzoni popolari, intonate in coro dai poeti riuniti. Quasi al termine, e con l’opportunità di ascoltare Mimmo Staltari, che è stato molto apprezzato anche come poeta dagli ospiti locali, è giunta la Vicesindaco e assessore al Turismo dott. Fortunata Dini, che ha chiuso ufficialmente i lavori e ha salutato i convegnisti, ringraziandoli per avere scelto come sede del Convegno di Primavera i Bagni di Pisa. “Siamo onorati – ha detto – di avervi accolto e di avere potuto conoscere i migliori rappresentanti della cultura e della letteratura dialettale, provenienti da tutte le regioni italiane. Vi invitiamo a tornare nella nostra terra e la nostra Proloco si mette fin d’ora a disposizione per aiutarvi a soddisfare eventuali esigenze, perché abbiamo offerte molto differenziate. Un ringraziamento particolare, anche a nome del Sindaco e dell’intera Giunta, al presidente dottor Mimmo Staltari, che abbiamo conosciuto come infaticabile organizzatore, sensibile cultore della relazione e gentilissimo padrone di casa. Abbiamo infatti conosciuto un’associazione che unisce all’amore per la poesia dialettale, alla protezione e conservazione delle tradizioni popolari, un’attenzione alla storia odierna e alle persone difficile da trovare nel mondo attuale”.
E’ vicino il tempo dei saluti: alcuni sono già partiti, altri hanno stretto nuove amicizie e rinsaldato vecchi rapporti; c’è uno scambio significativo di libri, oltre a quelli donati come di consueto alla biblioteca del comune ospitante, e ci sono inviti a più voci a incontrarsi nel prossimo Convegno d’autunno. Il clima della cena è quasi familiare… E, dopo cena l’ultimo spettacolo, una sorta di romanzo storico musicato, Kinzica, sottotitolo Un viaggio nella Pisa di ieri e di oggi, il cui titolo rimanda alla mitica eroina pisana che sventò un attacco dei saraceni nel cuore della città. Ideato e prodotto da Odoardo Fontani e dalla sua The Familiola’s Band, autori di testi e musica. E’ stato comunque molto particolare, con la poesia delle sue tredici canzoni: Occasu solis, Kinzica, Anno Domini 1028, Dal castello di Vicopisano, Stringimi, Vele verso sud, Dolce madonna mia, Si muoveranno la capraia e la Gorgona? Maestro d’ascia, La fortezza di Rivalto, Saltatio apur Ponte Cassi, Gabbiani, Un fiume blu. Auguriamo a Odoardo e alla sua famiglia allargata il successo che l’opera merita a partire dalla tournée estiva che intraprenderanno a breve. Tra la prima e la seconda parte, l’attesa performance del nostro amico e poeta Salvatore Calabrese, la più famosa maschera di Pulcinella, che ha letteralmente incantato tutti, ma in particolare gli ospiti pisani presenti.
Che dire in conclusione? Che l’A.N.Po.S.Di ancora una volta ha lasciato il segno nel territorio che ha scelto per riunirsi a convegno e che, con i limiti naturali in qualsiasi evento culturale che accomuna tanti e diversi protagonisti, spero che la mia terra toscana, quella di Pisa e di San Giuliano Terme, rimarrà nella vostra mente e nel vostro cuore. Il mio ringraziamento personale, a nome di tutti i pisani e sangiulianesi che hanno partecipato, va a Mimmo, a Teresa, a Ivan, al Consiglio direttivo che hanno voluto e reso possibile il Convegno e che sono riusciti a dimostrare a tutti con la considerazione, con la gentilezza e con i tanti tangibili riconoscimenti, dalle pergamene dedicate alla targhe, ai trofei, il volto di un’Associazione capace di legare poeti provenienti da tutte le regioni d’Italia. A questi poeti il mio caloroso saluto e un arrivederci a presto!

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