Eventi - I Convegni A.N.PO.S.DI.

L'Associazione Nazionale Poeti e Scrittori Dialettali, ogni anno organizza due Convegni in diverse città italiane. Uno nel periodo Primaverile, denominato Convegno di Primavera e l'altro nel periodo autunnale, denominato Convegno d'Autunno.

CONVEGNO DI PRIMAVERA

Pordenone 13-16 Maggio 2011

CONVEGNO DI PRIMAVERA - Pordenone 13-16 Maggio 2011 Si è appena concluso il CONVEGNO DI PRIMAVERA, tenutosi a Pordenone 13-16 Maggio 2011
NELLA TERRA DI PASOLINI - L‘A.N.PO.S.DI. AL “CONVEGNO DI PRIMAVERA 2011”
Di Ripalta Guerrieri

Il Friuli – Venezia Giulia, situato nel cuor dell’Europa, crocevia di popoli e culture, territorio che alterna superbe spiagge dorate e baie incastonate nella roccia a paesaggi montuosi mozzafiato, dove l’aria e l’odore inconfondibile del mare e delle montagne scuotono i sensi e donano ai visitatori la percezione di una dimensione nuova, ha riunito magnificamente la grande “famiglia” dei dialetti di tutte le regioni d’Italia.
E’ infatti per la prima volta che in questo meraviglioso territorio si è celebrato, dal 13 al 16 maggio scorso, il CONVEGNO DI PRIMAVERA 2011 dell’A.N.PO.S.DI., l’Associazione Nazionale Poeti e Scrittori Dialettali, che dal lontano 1952 persegue tenacemente lo scopo della salvaguardia e della valorizzazione delle lingue dialettali e minoritarie, lingue che costituivano, e costituiscono ancora, le “radici” primarie e profonde del parlato di ogni territorio, patrimonio di saperi millenari radicati nella mente e nel cuore della gente delle regioni d’Italia.
E’ stata scelta per l’evento la città di Pordenone, il cui antico nucleo urbano, in epoca romana, si situava nell’alto corso del fiume Noncello, pressappoco nel luogo dove oggi sorge la frazione di Torre, come dimostrato dal ritrovamento di resti archeologici.
Il luogo venne preferito probabilmente per la presenza più a nord di un ampio guado fluviale, presso il quale esisteva, quasi sicuramente, anche un piccolo porto assai funzionale ai traffici di quei tempi.
La città si sviluppò quindi sulla sponda destra del Noncello e la conferma della sua vocazione portuale si evidenzia anche nell’antico nome ’’Portus Naonis’’, ’’porto sul fiume Naone o Noncello”, da cui deriva appunto Pordenone.
Dopo molteplici ed alterne vicende storiche lungo il corso dei secoli, essa venne annessa al Regno D’Italia nel 1866 e con l’avvento dell’energia elettrica nel 1888 potè contare sulla possibilità di una lenta ma progressiva modernizzazione ed un sicuro sviluppo industriale, di cui gode ancora oggi.
Capoluogo di provincia dal 1968, è città moderna, vivace e colta, impreziosita dai mille colori dei suoi paesaggi, che regalano alla mente ed al corpo di abitanti e visitatori indimenticabili emozioni e vibranti sensazioni in un’armonia di suggestiva piacevolezza.
In un contesto siffatto non poteva che realizzarsi un convegno di grande spessore culturale e di forte e spiccata personalità, che ha visto attivamente partecipi numerosissimi poeti e scrittori provenienti da ogni regione d’Italia, ricchi di sincera passione e di fervido entusiasmo nel mantenere viva la lingua dei loro padri e dei loro avi, nella prospettiva di farla diventare anche lingua dei loro figli e delle generazioni future.
Valore aggiunto all’intera manifestazione la sentita e solenne celebrazione del 150esimo dell’Unità d’Italia, costante filo conduttore lungo gli intensi tre giorni dei lavori.
Nell’accogliente ed elegante Hotel Santin, calorosamente accolti e coccolati come persone di famiglia o amici di lunga data, tutti i partecipanti hanno subito fatto esperienza dei valori portanti dell’ospitalità friulana fatta di signorilità, di generosità, di cortesia, di attenzione ai dettagli e di grande disponibilità.
E’ stata davvero una festa, un ritrovarsi tra amici, un ricostituire la numerosa e variegata “famiglia” dell’associazione, al cui interno si custodiscono e si coltivano gioiosamente le “radici” della purezza del parlato di ogni territorio. “Radici” che s’incontrano, s’intersecano, s’intrecciano, si sovrappongono e si ramificano a formare l’intricata e fitta rete delle lingue dialettali italiane, come graficamente ben rappresenta da sempre il Logo dell’associazione.
“Lingue” in cui sopravvive la purezza e il candore, la profondità e la leggerezza, la tenerezza e l’immediatezza, la musicalità e il ritmo che rendono efficace e vera ogni comunicazione, specchio fedele di un vissuto vibrante, vivo ed autentico.
Il convegno, come di consueto, presieduto dall’infaticabile, preciso, attento e sempre disponibile dott. Mimmo Staltari, Presidente dell’A.N.PO.S.DI., è stato davvero molto ricco, ben articolato ed organizzato egregiamente in ogni suo aspetto, sia dal punto di vista propriamente culturale e letterario, che sul piano della conoscenza storico-sociale e naturalistica del territorio ospitante, nonchè del puro intrattenimento .
Prima di entrare nel vivo del convegno, dopo aver espletato le iniziali riunioni di rito, quali il Consiglio Direttivo dell’Associazione e dei Delegati Regionali, l’Assemblea dei soci e la presentazione dei nuovi iscritti, con la consegna delle tessere e dei distintivi dell’Associazione, i convegnisti sono stati guidati nella visita alla scoperta di un “mondo friulano”, che grande parte ha avuto nella vita e nell’opera di Pier Paolo Pasolini, amato figlio di questa nobile terra.
Facile farsi conquistare dallo spettacolo dei suoi spazi aperti, dai colori di una natura ricca e sapientemente rispettata, dalla bellezza dei suoi borghi, dalla cura e dall’amore espresso in ogni dettaglio e dalla sterminata e verde distesa dei vigneti .
Vigneti a perdita d’occhio, dove la vista riposa nel verde ordinato, l’olfatto percepisce profumi inusuali, l’udito cattura sonorità lievi ed avvolgenti ed i piedi calpestano terra feconda, che con il tenace lavoro dei friulani, dona prodotti enogastronomici di grande rilevanza internazionale.
Prima tappa, Casarsa della Delizia, piccolo centro agricolo di circa 8500 anime a 20 chilometri da Pordenone, situato in prossimità della sponda destra del fiume Tagliamento e nodo ferroviario di primaria importanza per tutta la provincia, che, fino alla fine della Guerra Fredda, fu anche uno dei più noti centri militari italiani, per poi veder ridimensionata di molto la presenza dell’esercito nella zona, a causa delle mutate condizioni geopolitiche dell’area.
Ma la sua importanza maggiore è quella di essere stata terra vissuta ed amata dal grande poeta, scrittore, giornalista e cineasta Pasolini che visse qui, oltre a lunghi periodi della sua adolescenza, in modo continuo dal 1943 al ’49, essendo terra d’origine della madre, maestra Susanna Colussi.
Egli sentì molto forte il sentimento d’appartenenza a questo territorio e grande l’amore per i suoi abitanti, la loro vita e la loro parlata.
Rapito, infatti, da un mondo contadino arcaico e dal suo paesaggio, affascinato dalla campagna e dalla dolcezza delle acque di quel Tagliamento, che fece di Casarsa la patria di “cà da l’aga”, e da quella parlata locale che accomunava le piccole comunità agresti, ricavò materia linguistica pronta ad offrire originale espressione alla sua ispirazione poetica ed impulso all’attività di scrittore e linguista-filologo.
Alla città il poeta dedicò le famose “Poesie a Casarsa” e iniziò a dar vita allo studio e alla valorizzazione della lingua friulana e, con la nascita il 18 febbraio del ’45 dell’”Academiuta di Lenga Furlana” (piccola accademia della lingua friulana). invitò poeti e scrittori a collaborare alla creazione della sua piccola "Provenza friulana", che aprì la strada a una concezione nuova della poesia .
Quasi contemporaneamente, con piccoli letterati del luogo, fondò lo “Stroligut”, un rivista per contrastare l’egemonia del friulano udinese a dispetto di quello casarsese (che lui definiva di cà da l’aga, ossia al di qua dell’acqua, cioè la riva destra del fiume Tagliamento, che divide in due il Friuli, separando Pordenone da Udine).
Oggi nel centro di Casarsa, Villa Colussi, casa nativa della madre e abitazione del poeta, è sede del “Centro Studi P. P. Pasolini”, che raccoglie manoscritti e materiale di grandissimo rilievo culturale sulla produzione pasoliniana del periodo friulano, dichiarato nel 2010 “Bene di interesse culturale”.
Seconda tappa nei luoghi pasoliniani è stata Versuta (o Versutta), nota perché durante la seconda guerra mondiale il Poeta vi sfollò con la madre, mentre il centro abitato di Casarsa veniva semidistrutto dai bombardamenti.
Qui, nella piccola chiesa di Sant’Antonio Abate, luogo in cui era solito incontrarsi con i giovani allievi, Pier Paolo, sfregando con delle cipolle alcune parti degli affreschi, coperte da uno strato di intonaco, come suggeritogli dall’amico pittore Rico De Rocco, fece emergere la pittura sottostante a completare l’intero ciclo di affreschi, considerato dalla critica specializzata un vero e proprio capolavoro del medioevo artistico friulano.
Nei pressi della chiesa, si trova la piccola fontana “cantata” dal poeta nella parlata friulana locale: “Fontana di aga dal me paîs, a no è aga pì fres-cia che tal me paîs, fontana di rùstic amòur ("Fontana di acqua del mio paese, non v’è acqua più fresca che nel mio paese, fontana di rustico amore").
Non lontano, il piccolo cimitero del paese, dove il Poeta riposa accanto alla madre.
Durante la visita, il Presidente, a nome di tutti, ha deposto sulla sua tomba un mazzo di fiori.
Da qui il gruppo dei convegnisti è partito per Valvasone, incantevole borgo medioevale, accuratamente conservato e davvero ben valorizzato.
Accolti calorosamente da un brillante e giovanissimo sindaco, il gruppo ha visitato le varie parti del borgo: il Duomo del Santissimo Corpo di Cristo, che custodisce, oltre ad un’antica reliquia, opere d’arte di altissimo pregio e un organo monumentale, unico esempio dell’ “Arte Organaria Veneziana del 500”; inoltre il Castello e la sua piazza, la Torre delle Ore, il Convento dei Serviti, il Pozzo e il Mulino con la ruota idraulica funzionante.
Il tutto ornato da innumerevoli vasi fioriti che impreziosivano gli edifici, dando loro maestà ed eleganza.
A conclusione della visita è stato offerto ai visitatori uno spettacolo suggestivo di danze medioevali, nei costumi dell’epoca, nel bellissimo chiostro del Convento dei Servi di Maria.
E’ stata un’immersione nei ritmi e nelle movenze d’altri tempi, che hanno richiamato alla memoria quell’ideale di bellezza e d’armonia che affonda le sue radici nell’idealizzazione della vita sociale ed amorosa del tempo.
Grande ammirazione ha destato, perciò, un Comune di così poche anime, ma assai ricco di proposte culturali ed iniziative turistiche, capaci di richiamare studiosi e visitatori da ogni parte d’Italia e non solo.
Poi, tutti in partenza per San Martino al Tagliamento e visita ad una delle maggiori e più rinomate cantine del luogo: la “San Martino”, appunto.
In un ambiente all’aperto dai mille colori e profumi, primo aperitivo con degustazione di vini d’eccellenza, conosciuti ed apprezzati in tutto il mondo.
Subito dopo la “festa”si è spostata a Vivaro, nel ristorante “Gelindo dei Magredi” dove tutti gli ospiti hanno potuto approfondire la conoscenza del territorio attraverso i prodotti enogastronomici della tradizione, e non solo, con un pranzo a dir poco “luculliano”.
Nel primo pomeriggio del sabato, 14 maggio, nella Sala Congressi dell’hotel è cominciato il convegno nella sua parte centrale e, con il saluto del Presidente, si è dichiarata l’apertura dei lavori.
Numerose le autorità locali intervenute a dare il benvenuto ai presenti.
Giuseppe Bressa, assessore alla cultura della Provincia di Pordenone, ha portato il saluto di tutta l’Amministrazione; la Sig.ra Matilde Fabris Rotelli, responsabile dell’Associazione ”Amici dell’Arte, della Solidarietà del Lavoro Giovanni Santin” e la presidente della FIDAPA ( Federazione Italiana Donne Arti Professioni Affari), Sig.ra Iva Maria Facis hanno anch’esse espresso ai presenti il loro personale saluto ed illustrato finalità ed aree d’intervento delle rispettive associazioni.
Grande lustro al convegno hanno dato personalità di notevole prestigio culturale, come il chiarissimo prof. Giuseppe Mariuz, autore di molteplici pubblicazioni e libri di poesie in friulano, saggista e studioso di Pasolini e della storia del Friuli.
Infatti grandissimo interesse e viva partecipazione ha suscitato la sua relazione sul tema “Friulano, lingua pura di poesia per P. P. Pasolini”.
Soffermatosi sulla lunga e varia stagione "friulana" del Poeta, ha riletto le ragioni del suo attaccamento ad un mondo non ancora corroso da uno sviluppo capitalistico e consumistico, negatore di vero progresso civile, e ha evidenziato il percorso del friulano da “parlata” all’onore di “lenga”, lingua semplice, piena di candore e di purezza, capace di pura espressione.
Ugualmente attesa, interessante ed ampiamente apprezzata la relazione della Dott.ssa Alessandra Santin, docente e critico letterario e della Dott.ssa Romanina Santin Nardini, vice presidente FIDAPA, sul tema “Il friulano e la poesia “
Al termine l’incontro con autori e poeti della poesia locale, calorosamente accolti ed applauditi da tutti i presenti .
Altro intervento di grande rilievo storico-culturale quello del prof. Claudio Angelini, esimio poeta, scrittore e critico letterario, sul tema” La Spedizione dei Mille: svolta decisiva nel processo d’unificazione italiana e spazio di concentrazione dei suoi aspetti politico-sociali più controversi”: chiara e dettagliata narrazione di fatti e spunti di riflessione intorno alle intricate e travagliate vicende che portarono all’Unità d’Italia. Argomento questo molto aperto e discusso.
Il programma del convegno, come di consueto, ha avuto i suoi momenti più attesi e squisitamente poetici nel “Recital di poesie” nei vari dialetti d’Italia, appuntamento centrale, sempre religiosamente ascoltato, attivamente partecipato e calorosamente applaudito da tutti.
Dopo la lettura, da parte del Presidente, di una breve presentazione della poesia di ciascun autore, volta non solo alla valorizzazione del sentimento ispiratore e dei suoi più intimi contenuti, ma anche a mettere a proprio agio il poeta-lettore, ognuno ha declamato il proprio testo lasciando libero campo alle emozioni, al sentimento ed alla passione vissuti in quegli attimi.
Inenarrabile il clima di cordialità, d’amicizia, di reciproca attenzione durante le due serate del recital, momenti di sicura comunicazione letteraria, largamente favorita dalla traduzione in lingua italiana, a piè di pagina, di ogni composizione recitata, contenuta nell’ apposito libretto, questa volta dalla copertina gialla, a disposizione di ogni convegnista.
Davvero alto il livello artistico - espressivo delle poesie declamate, i cui temi variano dal sentimentale ed introspettivo, all’ironico e satirico-burlesco. Composizioni briose, leggere, spensierate, ironiche, ma anche profonde, intime, ermetiche, intense ed appassionate, che inducono a pensare ed a riflettere ma anche a sorridere ed a commuoversi.
Ma l’ora più bella, il cui ricordo rimarrà nel cuore di tutti i partecipanti, è stata quella vissuta durante la Celebrazione della Santa Messa, presso il Santuario della Beata Vergine Delle Grazie in Pordenone, celebrata dal giovane Priore Parroco Don Andrea Rossi ( già conosciuto ed apprezzato dai convegnisti come fine declamatore di testi poetici in dialetto toscano).
Ritrovarsi tutti intorno all’altare del Signore, per ringraziarLo della gioia vissuta e condivisa durante questo evento, è stata davvero un’emozione forte per tutti.
Si è pregato insieme ai fedeli pordenonesi, piacevolmente sorpresi dalla presenza di così tanti poeti provenienti da ogni parte d’Italia.
La novità per loro è stata l’ascolto della preghiera dei fedeli nei vari dialetti d’Italia: per ogni regione, infatti, un poeta ha declamato le intenzioni di preghiera con una quartina rimata nell’idioma della propria terra d’origine.
Altro momento importante l’Offertorio, in cui ogni delegazione regionale ha portato sull’altare un cesto colmo dei prodotti tipici del proprio territorio.
Ma, molto altro ancora è stato questo convegno di primavera!
I piacevoli momenti musicali d’intrattenimento serale, la visita alla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea Armando Pizzicato, in cui era presente una interessantissima mostra pittorica dal tema “Percorsi tra le biennali 1948/1968”, e poi l’esibizione dei “talenti” dell’associazione, che ha visto il monologo di un Pulcinella davvero toccante.
Da non dimenticare, inoltre, i numerosissimi riconoscimenti di merito conferiti dal Presidente, durante le due serate, a personalità del mondo artistico, culturale ed associativo presenti al convegno, e tanto altro.
E, come sempre, concluso il programma, il lunedì mattina, tra i saluti di commiato e gli arrivederci dei convegnisti, si è chiuso il sipario anche di questo indimenticabile convegno friulano, destinato a rimanere per sempre nel cuore e nella memoria di chi l’ha vissuto, perché ogni convegno dell’A.N.PO.S.DI. è una “esperienza unica ed irripetibile”.

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